

L’operazione “Kappa”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e condotta dalla Guardia di Finanza, porta alla luce un presunto sistema di raccolta clandestina di scommesse sviluppato attraverso piattaforme schermate e collocate nel dark web. Dopo mesi di accertamenti, l’inchiesta approda all’udienza preliminare fissata per il 26 gennaio 2026, con 25 indagati e una società coinvolti.



Secondo le ricostruzioni investigative, al centro del meccanismo vi era una piattaforma apparentemente legale utilizzata come copertura per la raccolta di scommesse sportive a quota fissa e gioco d’azzardo non autorizzato. Per aggirare i controlli nazionali, l’organizzazione avrebbe impiegato domini “.com” e server collocati all’estero, schermando l’origine dei flussi e rendendo più complessa la tracciabilità delle operazioni.
Nel periodo compreso tra maggio 2022 e settembre 2023, gli inquirenti stimano un volume d’affari di circa 530.000 €, con introiti poi riciclati o autoriciclati attraverso una rete di prestanome e società di comodo. Contestualmente, sono stati sequestrati beni e partecipazioni societarie per un valore di circa 3 milioni €.
L’udienza preliminare riguarda 25 persone e la Euromatic srl, rappresentata legalmente da Giacomo Forestiere. In posizione apicale, secondo l’impianto accusatorio, figurerebbero Letterio “Lillo” Arcolaci e Carmelo Salvo, supportati da un gruppo ristretto di collaboratori, in parte legati da vincoli familiari. Le mansioni spaziavano dalla gestione tecnico-informatica dei siti scommesse online alla contabilità e alla ripartizione degli incassi tra gli affiliati.
Le contestazioni, a vario titolo, comprendono associazione per delinquere, raccolta non autorizzata di scommesse, riciclaggio e autoriciclaggio.
Ad aprile erano scattate 22 misure cautelari (9 in carcere e 13 ai domiciliari). In seguito, il Tribunale del Riesame ha annullato le misure disponendo la scarcerazione degli indagati. L’attività della DDA e della Guardia di Finanza prosegue per completare il quadro delle responsabilità e definire la rete dei flussi economici riconducibili alle condotte contestate.
Il caso “Kappa” evidenzia tre criticità strutturali: l’uso del dark web per eludere i presidi di controllo, l’appoggio a server esteri per schermare le operazioni e la sovrapposizione tra canali leciti e illeciti attraverso piattaforme-copertura. Per gli operatori regolari, l’indagine conferma la necessità di standard di compliance più stringenti su KYC, tracciabilità dei pagamenti e monitoraggio anti-frodi; per i consumatori, ribadisce l’importanza di giocare esclusivamente su piattaforme autorizzate, dove tutele, payout e procedure di verifica sono normate.
In attesa dell’udienza del 26 gennaio 2026, il procedimento giudiziario chiarirà la consistenza delle accuse e il perimetro delle responsabilità individuali. Resta, in ogni caso, un segnale forte sulla vulnerabilità dei circuiti illegali quando gli apparati investigativi incrociano competenze tecnologiche e finanziarie, intervenendo lungo l’intera catena del valore: raccolta, movimentazione, reimpiego.







