

Il Metodo D’Alembert è uno di quei sistemi che circolano nei corridoi delle agenzie da decenni. L’ho sentito nominare la prima volta nel ’92, da un vecchio allibratore che ne parlava con lo stesso rispetto con cui si parla di un trapano ben oliato: non fa magie, ma se lo sai usare, fa il suo mestiere. Ecco perché oggi ne parliamo sul serio, senza leggerezze da forum, ma con il peso dell’esperienza e il rispetto per chi vuole davvero capire come funziona — e se vale davvero la pena usarlo nel calcio moderno.
Molti lo confondono con la Martingala, ma c’è una differenza fondamentale. La Martingala ti fa raddoppiare ogni volta che perdi, il D’Alembert invece ti dice: “Calmati. Aumenta solo di una unità per volta”. È un sistema di progressione aritmetica, non geometrica. E credimi, quando sei in una serie negativa, questa differenza fa la differenza tra l’andare in rosso e il restare lucido.
Funziona così:
L’idea è che le vittorie e le sconfitte si bilanciano nel tempo. E se giochi su quote attorno a 2.00, bastano tante piccole oscillazioni per riportarti in profitto.
Ti parlo di un test fatto su base reale, durante una stagione di Serie B italiana. Scelte basate su mercato Over 1.5, quote sempre tra 1.90 e 2.10. Ho impostato una sequenza con puntata base da 10€, bankroll iniziale 200€.
Ecco un ciclo reale di 10 partite:
Stop. Il ciclo si chiude con un +40%, senza mai rischiare più del 20€. Questo è il punto forte del D’Alembert: puoi restare in gioco anche quando il vento gira male, senza farti travolgere dalla tentazione del “tutto per tutto”.
Ecco perché questo metodo, pur non essendo spettacolare, continua a funzionare per i veterani:
Il bello è che puoi anche impostare cicli brevi. Tre scommesse, massimo quattro. Non devi aspettare di recuperare l’intero ciclo. Se hai due vittorie consecutive, puoi chiudere con profitto e ripartire. È flessibile, non rigido.
Ne ho visti tanti fare harakiri con questo sistema perché:
Ti dico la verità: il metodo non ti salva se perdi la testa. È uno strumento, non uno scudo magico. Se vuoi che funzioni, devi essere più freddo di un portiere al 90’.
Il Metodo D’Alembert è come una leva manuale ben calibrata: ti aiuta a ritrovare equilibrio quando il gioco ti spinge a strafare. Funziona? Sì, ma solo con testa e strategia. Non è per chi cerca emozioni forti. È per chi vuole costruire nel tempo. Per chi capisce che le scommesse sono maratona, non sprint.
L’ho usato. L’ho testato. L’ho anche accantonato in certi periodi sui siti scommesse AAMS. Ma ogni volta che torno a giocare con regole, con razionalità, D’Alembert è ancora lì, fedele e silenzioso. Perché, in fondo, non è la progressione a fare il vincente. È il modo in cui la usi.
E come dico sempre: se non sai stare al volante, non dare la colpa alla macchina.