

Chi ti dice che nelle scommesse devi solo “vincere tanto” non ha mai fatto questo mestiere sul serio. La verità — quella che impari dopo anni di bollette vinte, perse e studiate a freddo — è che conta come vinci, non solo quanto. Le strategie di progressione positiva sono l’antidoto all’impulsività, alla corsa cieca, all’ansia da recupero. Le ho usate, testate, adattate. Alcune mi hanno salvato il bankroll, altre mi hanno insegnato che la disciplina vale più di qualsiasi quota.
Una progressione positiva è una strategia in cui incrementi la puntata solo dopo una vincita. Semplice, no? Eppure, viene fraintesa spesso. Molti pensano: “Vinco, quindi raddoppio e faccio il colpo.” No. Questo non è il casinò, non stiamo parlando di gettoni lanciati alla cieca sul rosso o il nero. Qui si tratta di capitalizzare il momento favorevole, con criterio.
Il concetto chiave è questo: non rincorri le perdite, sfrutti le serie vincenti. Scommetti 10€, vinci, allora scommetti 15€, poi 20€, poi ti fermi. O torni indietro. È un metodo che premia la lucidità, non la foga.
La progressione positiva ha diversi punti di forza, ma uno su tutti: ti protegge nei momenti no. Quando perdi, perdi poco. Quando vinci, costruisci una catena di profitti.
Ecco i vantaggi veri, da campo:
Personalmente l’ho usata spesso su partite infrasettimanali di campionati minori, dove l’analisi batte la casualità. Tre giocate in progressione su squadre di fascia medio-alta, studiate, e un ciclo di profitto è servito. Ma guai a forzare: il punto è sapere quando fermarti.
Forse il più famoso. Parti con una puntata base, raddoppi a ogni vincita, ti fermi dopo 2 o 3 successi.
Esempio: 10€ → vinci → 20€ → vinci → 40€ → ti fermi. Profitto pulito, rischi controllati. Ma non devi farti prendere la mano. Il Paroli funziona solo se ti fermi a tempo debito.
Quattro step, ognuno con moltiplicatori precisi. Se vinci la prima (1 unità), vai a 3 unità, poi 2, poi 6. Se perdi in qualunque fase, torni a 1.
Serve rigore assoluto. Nessuna deroga. Ma quando gira, gira bene. L’ho usata su giornate in cui avevo un’alta fiducia su partite con quota attorno all’1.90. Non ti cambia la vita, ma rende il profitto ordinato e replicabile.
Non segui schemi rigidi. Vinci? Aumenti del 25-30%. Vinci ancora? Altro 25%. Se perdi, torni alla base. Un approccio artigianale, perfetto per chi conosce il proprio stile.
L’ho usata per anni sui siti scommesse con AAMS. Mi permetteva di adattare la progressione al mio stato mentale. Giornate lucide? Salivo con calma. Giornate nervose? Restavo basso. È la progressione positiva più flessibile — e quella che, nel tempo, mi ha dato le soddisfazioni più oneste.
Ci sono almeno tre errori classici che mandano all’aria qualsiasi progressione positiva:
Il mio consiglio è sempre lo stesso: usa carta e penna prima di usare il portafoglio. Scrivi il tuo piano, metti limiti precisi, e non trattare mai una progressione come una scorciatoia.
Le strategie di progressione positiva non sono una formula magica. Non ti portano al profitto garantito. Ma ti insegnano una cosa fondamentale: come cavalcare il vento favorevole. E questo, nella mia esperienza, fa tutta la differenza.
Nel lungo periodo, la costanza vince sull’impulsività. Il metodo batte l’istinto. La progressione positiva, se usata bene, è un alleato silenzioso. Ti fa crescere il capitale in modo intelligente. Ma solo se sai che il vero obiettivo non è vincere subito, è vincere meglio.
Perché, ricordatelo sempre: il giocatore forte non è quello che indovina tutto, è quello che sa quando alzare il piede dall’acceleratore.